Non solo insegnanti precari e spesso da molti anni, ma anche niente stipendi prima di Natale. Gli stipendi di novembre e dicembre non saranno retribuiti agli insegnanti precari rischiando di rendere più amare le festività. I precari della scuola che hanno stipulati contratti per sostituzione maternità o malattia non avranno lo stipendio per un problema legato al Sistema informatico di contabilità e gestione economica da parte del Mef. I pagamenti dei due mesi slittano quindi a gennaio.
Ad essere interessati del problema sono migliaia di insegnanti e anche il personale Ata precario. Il Ministero dell’Istruzione doveva inviare i fondi per i pagamenti degli stipendi dei supplenti “brevi” entro il 13 dicembre, invece è in ritardo e questo significa che gli insegnanti saranno pagati a gennaio perché i motivi tecnici non consentono di riparare la situazione in tempo per le feste di Natale.
Essere precari del mondo della scuola è già una condizione difficile, e ora senza stipendio e senza nemmeno la quota della tredicesima il Natale è più difficile per molte persone. Questi insegnanti vanno a scuola ogni giorno e fanno il loro lavoro, ma il Ministero dell’Istruzione sembra che stia perdono il filo per quanto riguarda la scuola. Questo è solo un piccolo esempio delle difficoltà organizzative legate ai tanti precari, a un sistema di reclutamento che cambia sempre e non si capisce in che direzione vada. Per non parlare dell’edilizia scolastica e della qualità del sistema di istruzione in Italia.
Per questi insegnanti, ci sono stati problemi anche con lo stipendio dei primi due mesi dell’anno, pagato in ritardo. Il Ministero dell’Istruzione afferma che il motivo della mancata corresponsione degli stipendi dipende dalla non completa “emissione speciale accessori dicembre 2013” da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sul “Sicoge”, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica. Nelle ultime settimane c’è stata l’emissione speciale che corrisponde a diversi milioni di euro, ma che è insufficiente.
Questa situazione dimostra che finanziare la scuola è ormai difficile per l’amministrazione statale. Si parte dalla parte più deboile del sistema, gli insegnanti precari supplenti “brevi”. Il rischio che, se non si ricorre ai ripari, la situazione si possa allargare non è da escludere.