Continua a creare problemi il rapporto vigente tra usura e interessi di mora. Da un lato è certo che i tassi di mora possono diventare usurari. Dall’altro lato, però, rimane il dubbio (non risolto dalla giurisprudenza) se il tasso di mora può essere o non essere sommato a quello degli interessi corrispettivi, n questa maniera, provocando quasi sempre il superamento delle soglie d’usura nei finanziamenti bancari.
Per l’arbitro bancario e finanziario (Abf) di Napoli, ad esempio, la sommatoria tra tasso di mora e quello corrispettivo non è possibile mentre per alcuni operatori del settore lo è.
Tassi moratori: quanto sono rilevanti?
Quale rilevanza hanno ai fini dell’usura? Una rilevanza certamente alta. Già nel 2000, un decreto ha specificato che gli interessi a qualunque titolo convenuti (e quindi anche quelli moratori) vanno confrontati con le soglie di usura. La norma è talmente chiara che tutta la giurisprudenza successiva ha ribadito questo principio. Principio che, da ultimo, è stato anche ripreso dalla celebre sentenza della Cassazione. Essa, tuttavia, da un lato ha ribadito l’importanza dei tassi moratori. Dall’altro non ha mai sottolineato la possibilità di sommare il tasso di interessi moratori con quello degli interessi corrispettivi. Cio è dunque possibile o no?
Dubbi sulla sommatoria
Permangono, dunque, dei dubbi sulla sommatoria. Alcuni clienti, recentemente, hanno eccepito in giudizio l’usurarietà dei finanziamenti bancari sostenendo che proprio la sentenza 350/2013 avrebbe ritenuto corretto sommare aritmeticamente il tasso degli interessi corrispettivi con quello degli interessi moratori.
Una recente ordinanza ha sospeso parzialmente la provvisoria caratteristica esecutiva del decreto ingiuntivo ottenuto da una banca in relazione a un mutuo sulla base della constatazione che il tesso complessivo pareva effettivamente superiore alla soglia.