E’ stato un anno molto positivo quello che sta volgendo alla conclusione per Banca Intesa Sanpaolo. L’istituto ha quasi duplicato il proprio capitale durante l’ultimo anno, passando dai 25 miliardi del 2013 ai 40 miliardi del 2014.
Un risultato più che soddisfacente, soprattutto se si tiene conto che ci troviamo in un periodo in cui molti gruppi manifestano evidenti sofferenze bancarie. Anzi, in questo contesto, si può dire che quello di Intesa Sanpaolo un risultato che vale doppio.
Non sono molto distanti i tempi in cui Intesa rischiava di essere declassata. Ciò comportava anzi un morale basso per i lavoratori. Adesso, le cifre sono cambiate e il clima di lavoro di conseguenza è nettamente diverso. Lo dice con orgoglio il Consigliere delegato Carlo Messina, a un mese di distanza dagli stress test della Banca centrale europea. E a chi gli chiede cosa farà Intesa con i sedici miliardi di capitale in eccesso, sa bene cosa rispondere:
Siamo la banca più forte in Europa come capitale e la crescita degli investitori internazionali, oggi maggioranza del nostro azionariato, sta lì a dimostrarlo. Siamo la prima tra le principali banche del mondo in quanto a aumento in percentuale del valore di Borsa, davanti a istituti che vivono in Paesi ad alto tasso di sviluppo, come Cina e Qatar, per non parlare di tante blasonate banche europee che oggi sono dietro a noi come capitalizzazione. Potremmo dire che siamo un caso di made in Italy di successo all’estero e il merito va alle nostre persone. Possiamo valutare la crescita con acquisizioni, ma non immaginare una fusione come quella tra Intesa e Sanpaolo. E’ stata una delle più riuscite operazioni di integrazione, ma adesso la crescita deve avvenire con altre modalità. Non sono malato di esterofilia ma con le dimensioni che abbiamo in Italia non è possibile pensare ad acquisizioni interne di banche o di reti di sportelli.