Le richieste da parte dei grandi soci al fine di ottenere maggiori payout non sono esistenti. Il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, non ha dubbi. A chi gli chiede se di fronte all’inasprimento fiscale del governo sulle fondazioni si attendesse una richiesta di incremento dei dividendi da parte degli enti soci, per poter garantire le rispettive erogazioni, Messina ha risposto così:
Sono i consigli che decidono i dividendi. Non c’è alcun azionista che può chiedere l’incremento di un payout a una banca, né lo faranno mai fondazioni come quelle che abbiamo noi nell’azionariato, estremamente rispettose della governance e soprattutto dell’operato dell’ad.
Risposta lapidaria, quella del top manager, che richiamando il piano d’impresa si limita a rammentare che l’impegno nei confronti del mercato è di un dividendo da un miliardo di euro.
Per Messina è invece fondamentale che si torni a costruire un dialogo tra Italia e Russia, cercando di ricomporre determinate posizioni e tornare a relazioni che siano positive fra i diversi Paesi. Intesa Sanpaolo non è penalizzata in maniera particolare dalle sanzioni economiche alla Russia, ma l’economia reale comincia a essere toccata da questi elementi. Intesa Sanpaolo è infatti presente da oltre quasi 40 anni nella zona russa, portando a termine importanti attività economiche e finanziarie connesse all’interscambio commerciale fra i due Paesi.
Quanto all’Italia, per il manager ha solidi fondamentali nel risparmio delle famiglie e non c’è nessun motivo di ansia e di preoccupazione nel futuro. Al contrario, dopo i recenti anni difficili, il Paese sta vivendo una fase di recupero. Ieri a Piazza Affari il titolo Intesa Sanpaolo ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,69% a 2,32 euro, dopo avere oscillato tra un minimo intraday a quota a 2,276 euro e un massimo a 2,338 euro. Il consigliere delegato ha concluso:
La volatilità osservata negli ultimi giorni sui mercati, e in particolar modo sul listino milanese, mi sembra del tutto normale e sarà così fino al prossimo lunedì. Nelle settimane successive la performance dei listini sarà invece più agganciata all’economia reale e a quel punto vedremo che cosa succederà.