Intesa Sanpaolo ha deciso di rinunciare al voto plurimo. Esso, dunque, non verrà introdotto nell’ambito della revisione della governance a cui sta lavorando.
A comunicarlo è stato il presidente del consiglio di gestione della banca, Gian Maria Gros-Pietro:
No, assolutamente, restiamo fedeli al principio un’azione un voto.
Nessuna anticipazione sulla scelta dei vertici della banca che passerà dal sistema duale al monistico di tipo anglosassone. Gros-Pietro ha infatti spiegato che prima si deve definire la struttura e poi si sceglierà chi è in grado di gestirla. “Io sono economista industriale ed economista di impresa”, ha detto “e il principio è che prima si disegna il job poi si vede chi è in grado di farlo”.
Entro metà ottobre, comunque, il consiglio di gestione deve mettere a punto la proposta di riforma dello statuto che poi verrà vagliata dal consiglio di sorveglianza. Il consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, ha assicurato Gros-Pietro, farà del suo meglio per rispettare la tempistica sfidante che prevede, appunto, che il nuovo Statuto sia pronto entro la metà di ottobre.
A Piazza Affari il titolo Intesa Sanpaolo flette più del mercato (-1,86% l’indice Ftse Mib) del 3,04% a quota 3,194 euro, anche se JP Morgan ha alzato il target price da 3,20 a 3,50 euro, per via del forte capitale e dell’interessante dividend yield, ribadendo il rating neutral e anche se l’azione è tra le favorite (rating outperform e target price a 4,05 euro) di Credit Suisse in Europa visto il suo più forte profilo.