Molti analisti sono ottimisti in merito al mercato azionario europeo mentre indicano prudenza per quel che riguarda l’ obbligazionario. Affari e Finanza di Repubblica scrive che secondo Filippo Casagrande, head of investments di Generali Investments Europe, “Nel corso delle recenti sedute si è assistito a prese di profitto sui listini europei dopo il rally seguito agli annunci della Bce, con uno spostamento di capitali sulle borse americane e giapponesi. L’Europa resta comunque il nostro maggior sovrappeso sia grazie al supporto della Banca centrale europea, che alla graduale ripresa economica, che continua a manifestarsi nei dati e negli utili delle imprese”.
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Per Armando Carcaterra, direttore investimenti di Anima, i mercati azionari “continuano a essere supportati dalla combinazione di tre fattori: un’attesa accelerazione della crescita degli utili, politiche monetarie che rimangono comunque espansive, valutazioni fondamentali interessanti. Dunque la volatilità recente viene attribuita non alla mancanza di spinta alla crescita da parte dei fondamentali, ma a una correzione tattica, dopo aver corso ai massimi degli ultimi tre anni. Questo soprattutto per quel che concerne l’Italia. Crediamo ci siano diversi segnali di miglioramento per il nostro Paese, guardando ai dati sulla produzione industriale e sugli ordinativi”.
E se fa sperare bene l’azionario, Matteo Astolfi, director di M&G Investments, sostiene che si potrebbe guardare positivamente anche ai bond governativi ‘sicuri’ come quelli di Gran Bretagna e Stati Uniti, ma anche dei Paesi emergenti, specialmente Brasile, Messico, Sudafrica e Malesia. Per Christopher Molumphy, chief investment officer del Franklin Templeton Fixed Income Group, “il settore delle obbligazioni corporate può continuare a beneficiare di solidi fondamentali sottostanti, come bilanci sani, un’ampia liquidità e prospettive reddituali ragionevoli”.