Si profila un successo senza precedenti per l’offerta pubblica di vendita che porterà le Poste Italiane alla quotazione in Borsa.
E’ già infatti integralmente coperta, stando a quanto riferiscono fonti vicine al Consorzio di collocamento, l’offerta di titoli, inclusa la ‘Greenshoe’, ovvero l’intero 38,2% messo a disposizione dal Tesoro. Le azioni vengono offerte a un prezzo compreso tra 6 e 7,5 euro; l’incasso per il Ministero sarà dunque compreso tra 2,9 e 3,7 miliardi euro. Il debutto di Poste a Piazza Affari è previsto per il 27 ottobre.
Il collocamento è partito lunedì e si concluderà il 22 ottobre, salvo chiusura anticipata (per il momento non prevista). Risultano, in particolare, interamente coperte sia la parte dell’offerta riservata ai piccoli risparmiatori (30%) sia quella rivolta agli investitori istituzionali (70%). Il ‘roadshow’ per la quotazione delle Poste italiane, partito da Milano, ha fatto tappa a Londra e raggiungerà poi Francoforte, Parigi e New York. I coordinatori dell’offerta globale di vendita sono Banca Imi e Unicredit (responsabili del collocamento); nel pool di banche ci sono anche Mediobanca (sponsor dell’operazione), Citigroup, Bofa Merrill Lynch, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Credit Suisse, Jp Morgan e Ubs.
Secondo il numero uno di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, l’operazione “avrà sicuramente un effetto traino per il 2016 e 2017, è un segnale importante e di cambiamento a livello di Paese. E’ un’operazione che darà molta spinta ad altre quotazioni”.
Sul probabile sbarco, poi, di Ferrari anche a Milano, oltre che a Wall Street, Jerusalmi ha spiegato come “non fosse una decisione scontata”, dopo che ieri il premier Renzi ha confermato l’intenzione di Fca contenuta peraltro nel prospetto della Sec, noto dall’estate.