L’Istat evidenzia un’inversione di tendenza, con il Pil che si attesta al +0,3%. Buone notizie dunque per l’economia italiana, colpita dalla più grande recessione dell’era moderna.
Durante il primo trimestre del 2015, il Prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. L’Istat ha quindi confermato la stima preliminare diffusa il 13 maggio, ma ha rivisto al rialzo rispetto il dato annuo che si confronta con il primo trimestre del 2014: la crescita del Pil è stata dello 0,1% rispetto al risultato invariato diffuso con la stima. Si tratta della prima crescita dopo 13 trimestri con il segno meno. Erano quattro anni che il Prodotto non registrava una crescita così come quella riscontrata nei primi tre mesi dell’anno: nel gennaio-marzo del 2011, infatti, l’aumento era stato dello 0,4%, mentre nel secondo trimestre si era assestato allo 0,2%.
“Non siamo più il malato d’Europa. E se ce la mettiamo tutta possiamo tornare a guidare l’economia del Vecchio continente”, commenta il premier Matteo Renzi nella sua Enews. “I dati della crescita, finalmente positivi dopo undici trimestri, ci dicono però che questa ripartenza va incoraggiata, accompagnata, sostenuta”, sottolinea. Anche il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha registrato come “incoraggiante” il dato Istat e rivendicato le politiche dell’esecutivo dicendo che l’Italia, nel corso dei lavori del G7 di Dresda, è stata additata come “un buon esempio da seguire” in particolare per le riforme avviate.
Al tavolo internazionale ha parlato del Jobs Act e del legame con le politiche di detassazione del lavoro, “che il governo confermerà nella prossima legge di Stabilità”, ha aggiunto in riferimento alla decontribuzione fino a 8mila euro circa per i nuovi contratti a tempo indeterminato. “C’è una ripresa che si vede”, ha aggiunto, “questa ripresa nella zona euro è legata a fattori importanti ma ancora temporanei, una politica monetaria accomodante che non sarà sempre così, una graduale ripresa inflazione e il livello dell’euro: la vera sfida è trasformarla in una crescita robusta, e questo non può non passare per una ripresa degli investimenti pubblici e privati”.