Scende nuovamente la produzione industriale italiana nel mese di maggio. L’indice calcolato dall’Istat è calato dell’1,2% rispetto al mese di aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio la produzione si è contratta dello 0,4% in confronto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice è sceso in termini tendenziali dell’1,8% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di maggio 2013). Nella media dei primi cinque mesi del 2014 la produzione è accresciuta dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «È un dato molto negativo e del tutto inatteso» dice l’Ufficio Studi Confcommercio, e il centro studi Promotor parte dalla «doccia fredda» sulla produzione industriale per prevedere una contrazione dello 0,1% nel Pil del secondo trimestre.
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«Siamo in stagnazione o è la prosecuzione della recessione degli ultimi due anni? A questo punto dell’anno solo questo sembra il dilemma per l’Europa e per l’Italia», è la domanda che si pone Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, che mette in evidenza come il freno della produzione industriale non è soltanto un dato solo italiano. Anche in Francia l’indicatore scende dell’1,7% mensile a maggio, dopo il +0,3% di aprile. E in Germania la produzione industriale ha registrato un pericoloso arretramento dell’1,8% mensile a maggio, il passo indietro più ampio da due anni, dopo il -0,3% di aprile (dato rivisto dall’iniziale -0,2%). La produzione industriale britannica ha registrato un calo dello 0,7% rispetto ad aprile, quando era aumentata dello 0,3%.
Il rallentamento dell’industria inquieta anche la Bce, che nel suo bollettino mensile stima «una ripresa molto graduale nel secondo trimestre del 2014» e «rischi orientati al ribasso per le prospettive economiche dell’area euro».