I dati diffusi dall’ Istat dicono che al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, il 28% in più rispetto al 2001 (anno dell’ultima rilevazione censuaria sul settore), con una crescita del personale dipendente del 39,4%.
La parte inerente alle istituzioni con addetti, ha avuto un aumento più contenuto, ma positivo (+9,5%). Le unità locali delle istituzioni non profit sono 347.602 (+37,3% sul 2001). Il settore si basa sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari (il 43,5% in più rispetto al 2001), 681 mila dipendenti, 270 mila lavoratori esterni, 5 mila lavoratori temporanei. Ci sono altre tipologie di risorse umane che prestano a vario titolo la loro attività nelle istituzioni rilevate: 19 mila lavoratori comandati/distaccati, 40 mila religiosi e 19 mila giovani del servizio civile.
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Al 31 dicembre 2011 il ramo femminile è formato da 1,8 milioni di volontarie, 494 mila dipendenti, 142 mila lavoratrici esterne, 3 mila lavoratrici temporanee, 9 mila lavoratrici comandate/distaccate, 26 mila religiose e 10 mila giovani del servizio civile. Le donne sono la parte principale dei lavoratori retribuiti (dipendenti ed esterni) con una quota del 67%.
“Occorre costruire – ha detto il ministro Poletti, esprimendosi sul 9° Censimento Generale dell’Industria, dei Servizi e delle Istituzioni Non Profit dell’Istat – attorno all’economia sociale e solidale il futuro del Paese, puntando su imprese cooperative, imprese sociali, cooperative di comunita’, e ogni altra forma di economia sociale e associativa che metta al centro la persona e non la finanza, i bisogni dei soci e della comunita’ e non la remunerazione del capitale”.