Made in Italy non riesce a esportare fuori dai confini europei Il 2014, in confronto all’anno precedente, è stato molto negativo.
Le esportazioni verso i Paesi fuori dal Vecchio Continente sono rimaste praticamente ferme, facendo segnare un calo dello 0,1%, mentre le importazioni appaiono “in forte calo”, e registrano una contrazione del 5,4%. A rilevarlo è l’Istat nelle stime (dati grezzi) preliminari riguardanti il commercio estero extra Ue, affermando che al netto dell’energia, entrambi i flussi presentano dinamiche positive rispettivamente pari a +1,0% e +4,6%.
Il combinato di stazionarietà dell’export e calo dell’import porta però il surplus a salire. A dicembre, infatti, il saldo commerciale dell’Italia con i paesi extra Ue risulta in attivo per 5,3 miliardi di euro (+3,4 miliardi a dicembre 2013), segnando il livello più alto da gennaio 1993. Nell’intero anno il surplus commerciale raggiunge 28,1 miliardi, a fronte di 19,6 miliardi nel 2013. Anche il mese scorso, rispetto a novembre, i flussi commerciali con i paesi extra Ue mostrano dinamiche divergenti: export (+3,2%) e import (-3,7%). L’incremento congiunturale delle esportazioni risulta diffuso a tutti i raggruppamenti di beni, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli (-2,4%). Energia (+7,2%), prodotti intermedi (+5,1%) e beni di consumo non durevoli (+4,3%) sono in forte crescita. Al netto dei prodotti energetici (-10,3%), la flessione congiunturale dell’import è molto meno accentuata (-1,1%). Solo i beni di consumo durevoli sono in espansione (+4,9%).
A dicembre dello scorso anno, in confronto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente, si fa registrare una crescita tendenziale dell’export (+5,3%) particolarmente sostenuta per i prodotti intermedi (+10,4%) e i beni strumentali (+8,4%). Su base annua le importazioni registrano un forte calo (-8,7%) ascrivibile alla marcata contrazione degli acquisti di energia (-35,3%). Al netto di questa componente, l’import è in forte espansione (+10,0%).