Il portale Italia.it non ha mai trovato una sua funzione principale ed ha determinato soltanto lo spreco di risorse. Oggi che si parla di tagli e che il portale è stato chiamato in causa da Passodopopasso, si riflette sull’opportunità di chiuderlo.
Cosa doveva fare Italia.it qundo è stato lanciato? Il suo obiettivo era quello di diventare il portale del turismo italiano, patrocinato dal governo. Il problema è che chi naviga effettivamente su questo portale, magari dalla Russia o dalla Cina non capisce di cosa si parli, quali siano i contenuti e quale l’obiettivo.
> I prossimi mille giorni di Renzi, tra riforme, lavoro e 80 euro
La redazione di Italia.it, tra l’altro, da diversi mesi non viene pagata e sembra che i lavoratori siano pronti infatti per lo sciopero. Una notizia senza precedenti, data a pochi mesi dall’inizio dell’Expo 2015 che dovrebbe portare in Italia moltissimi visitatori stranieri.
Adesso, dunque, l’obiettivo è arrivare a stretto giro alla chiusura del portale Italia.it che non promuove ma non ha nemmeno le risorse. Il coinvolgimento è maggiore sui vari social network, su questo portale sono pochissimi coloro che commentano foto e contenuti. Le informazioni presenti, al contrario, sono molto utili, per esempio sono presentati i 50 siti Unesco del nostro Paese, le maggiori città d’arte, consigli culinari e mete turistiche. In 12 anni, però, dal momento in cui il portale è stato messo online, sono stati usati 22 milioni di euro per farlo funzionare, decisamente troppi rispetto alle entrate economiche che ha generato.
>Banche: chiesto il rinvio di Basilea 3
I soldi per riempire il portale sono stati conferiti nella maggior parte dei casi alla società in house di ACI, vigilata dal Ministero del Turismo e dal Mibac. Insomma, tutti soldi rimasti in casa che adesso devono essere impiegati per riforme più consistenti. I tagli previsti della spending review, anche se indirettamente, stanno intervenendo sulla PA tagliando le voci di spesa collegate a rami secchi.