La recessione sembra essere quasi un brutto ricordo per l’Italia. Le imprese sono sulla via della ripartenza e, per la prima volta negli ultimi tre anni, è sceso il numero di quelle costrette a chiudere i battenti.
Senza ombra di dubbio sono notizie, e dati, che fanno ben sperare. D’altronde il 2015, come auspicato dagli osservatori, dovrebbe essere l’anno in cui l’Italia spera di uscire definitivamente dalla crisi. Sarà così? Per il momento sono molti i segnali positivi che si intravedono.
Lo rileva il Cerved con il dato sui fallimenti trimestrali: nel primi tre mesi di quest’anno sono diminuiti del 2,8% rispetto alla stesso periodo dello scorso anno, si tratta di circa 3.800 aziende. E’ del 21,2% invece la riduzione delle procedure non fallimentari. In totale sono 21 mila le imprese che hanno chiuso i battenti (-3,5%).
Tra le imprese analizzate, sono le società di persone ad aver segnato una diminuzione dei fallimenti più marcata (-12,9% rispetto ai primi tre mesi del 2014) rispetto alle imprese con diversa forma giuridica. A livello settoriale, è soprattutto l’industria a sostenere il ciclo: con solo 560 procedure aperte da imprese manifatturiere (-15,3%). I settori più coinvolti sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (-36,1%) e della metallurgia (-30,2%). Cala anche il numero di fallimenti nelle costruzioni (-2,5%).
“Dopo quasi tre anni – commenta l’Ad del Cerved Gianandrea De Bernardis – i dati relativi alle chiusure sono finalmente positivi” e riguardano “tutte leprocedure che monitoriamo nell’Osservatorio”. “Chiudono meno imprese – aggiunge – e quelle rimaste sul mercato pagano prima i fornitori”. Quanto ai prossimi mesi, “con la ripresa già in atto – conclude – ci aspettiamo un rafforzamento di questo trend positivo”.