L’Italia cambia pagina? Come uscire dalla crisi se la politica non finanzia le grandi opere pubbliche e il Welfare ha poche risorse?
I principali esperti ritengono che la ricetta stia nel coraggio, nel porsi nuovi obiettivi, nel disegnare nuovi programmi e nello riscrivere le regole. Puntando, ovviamente, sui talenti e sulle potenzialità degli italiani.
La grande crisi degli ultimi anni ha fatto si che il nostro Paese lasciasse sul terreno ben dieci punti di prodotto interno lordo e, forse, il peggio non è ancora passato. La produzione industriale è in difficoltà.
Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, prova ad essere positivo ed intravede qualche spiraglio di luce in fondo al tunnel della recessione, ma è convinto che la ripresa sia troppo debole per poter camminare da sola e chiede ai grandi decisori politici una terapia d’urto.
Il problema dell’Italia è la politica ma non è un problem limitato all’Italia. Ormai dobbiamo inquadrare in una dimensione europea anche i problemi. Perché l’euro vale il 30% più del dollaro, indebolendo così l’export e facendo schizzare le importazioni dell’Eurozona? Perché alle spalle del dollaro c’è una vera superpotenza. Tutto il mondo ha atteso per settimane l’annuncio dell’eventuale cambio di strategia monetaria della banca centrale Usa e la nomina del suo nuovo capo. Questo non succede con la Bce. Quando salgono i tassi americani, salgono anche quelli tedeschi in proporzione, perché la debolezza europea non riguarda solo l’Italia ma pure i primi della classe. Prima di tutto non mi piace pensare a un’ Europa a più velocità, dopo i tanti sacrifici compiuti dal nostro Paese per guadagnarsi l’euro. Poi, bisogna vedere alla lunga che cosa succederà. L’Olanda era tra i primi della classe e ora è in recessione. Vedo il rischio che, come in “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, non rimanga più nessuno. In Serie A, intendo. All’Europa serve più politica. Servono strategie per conquistarsi un ruolo nel mondo. E servono meno finanza e meno rispetto per regole scritte a tavolino in contingenze del tutto diverse dalle attuali.