Il Jobs Act di Renzi è già sul tavolo del ministro del Lavoro. Si chiama Naspi e prevede un sussidio di disoccupazione universale, per tutti coloro che perdono il posto, inclusi i meno protetti tra i precari come i collaboratori a progetto, oggi fuori da quasi tutti i sostegni.
Costerà 1,6 miliardi in più di quanto oggi si spende per i sussidi, quindi 8,8 miliardi in tutto. Ma darà protezione anche a quel milione e 200 mila lavoratori, oggi senza rete, in caso di disoccupazione. E potrebbe essere finanziata con un trasferimento di risorse dalla Cig in deroga, che vale 2,5-3 miliardi annui.
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Il dossier sarà analizzato anche da Giuliano Poletti. “Ne parlerò con il ministro”, conferma Filippo Taddei, responsabile economia del Pd. “È il piano più ragionevole di tutti, perché include anche gli atipici. E siamo fiduciosi che possa diventare il piano del governo”.
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L’accelerazione è arrivata dopo la lettura dei drammatici dati Istat sulla disoccupazione. “Quindici giorni e si parte con il Jobs Act”, ha detto il premier Renzi. “Non possiamo aspettare, serve uno shock immediato per l’economia italiana”. Sono previsti sblocco dei debiti della P. a., interventi sull’edilizia, taglio al cuneo fiscale e ai costi dell’energia, misure essenziali per stimolare le aziende all’assunzione. Ma soprattutto diminuzione dei contratti (almeno 40) oggi esistenti e passaggio al contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Nuovo codice del lavoro e Agenzia unica federale, come polo di coordinamento dei centri per l’impiego attuali.