Ancora un rallentamento proveniente dalla Cina. Questa volta però la frenata è inferiore alle aspettative, e le Borse si interrogano sulla possibilità o meno di sostenere nuovamente l’economia da parte di Pechino.
Durante il terzo trimestre, il Pil è salito del 6,9%: gli analisti avevano pronosticato un +6,8%, mentre il dato effettivo è sotto il target di +7% che le Autorità hanno fissato per l’intero 2015. Sotto le stime è andata invece la produzione industriale che è salita del 5,7% annuo a settembre contro l’atteso +5,9%. Bene, invece, i consumi e il settore dei servizi.
Sulla scia di questi dati, i listini asiatici hanno trattato deboli dopo un’iniziale risalita legata al Pil superiore ai pronostici. Il Shanghai Composite ha oscillato sulla pari e ha quindi chiuso in ribasso dello 0,14%. Sydney ha terminato piatta, mentre l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha perso lo 0,88%. I mercati europei procedono contrastati: Piazza Affari scivola in rosso dello 0,1% con l’avvio dell’operatività negli Usa, Londra lima lo 0,45%, mentreFrancoforte resta in positivo dello 0,4% e Parigi cede lo 0,15%. Occhi puntati su Fca, positiva nel giorno in cui potrebbe arrivare l’esito della quotazione di Ferrari. Bene Deutsche Bank all’indomani dell’annuncio di una profonda ristrutturazione. Wall Street parte negativa: pesano i minerari e va giù Morgan Stanley dopo una deludente trimestrale. Il Dow Jones cala dello 0,26% a 17,170,81 punti, lo S&P arretra dello 0,3% a 2.027,02 punti e il Nasdaq cede lo 0,27% a 4,863,60 punti.
Gli investitori hanno cerchiato in rosso la data di giovedì 22 ottobre, quando – a Malta – si riunisce il board della Bce. Molti già pensano che sia il caso di ampliare il Quantitative easing, il piano d’acquisto di titoli lanciato nel marzo scorso da Francoforte, ma la decisione – secondo gli analisti – non verrà presa prima di dicembre.