A prendere l’ iniziativa era stato il Fondo Monetario Internazionale – FMI, che già diversi giorni fa aveva definito in rallentamento la crescita dell’ economia di una delle maggiori potenze economiche emergenti degli ultimi tempi: la Cina.
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Ora dall’ oriente arrivano, tuttavia, i dati economici reali, che confermano un abbassamento del Prodotto Interno Lordo nel secondo trimestre del 2013. Nel secondo trimestre dell’ anno, infatti, il PIL cinese è calato di uno 0,2%, passando dal 7,7% del primo trimestre 2013 all’ attuale 7,5%.
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Il dato, di per sé, non sembrerebbe così preoccupante, a meno di essere inquadrato nell’ andamento economico degli ultimi nove mesi, che hanno fatto registrare analoghi cali nella crescita del Paese.
Secondo gli analisti questo rallentamento della crescita economica della Cina potrebbe essere un riflesso del calo della domanda estera, che si ripercuote, di conseguenza, sulla quantità della produzione e sugli investimenti.
Il Governo di Pechino, tuttavia, non sembra mostrare alcun segno di preoccupazione nei confronti di questo costante rallentamento dell’ economia cinese, che è ritenuta invece iscriversi nei futuri piani di abbandono del modello economico incentrato sull’ export e sugli investimenti, a favore di quello basato sulla crescita dei consumi interni.