I Compro Oro sono cresciuti a dismisura durante la crisi e quando questa ha raggiunto il suo apice perché gli italiani come molti altri risparmiatori, hanno impegnato o venduto i gioielli di famiglia per assicurarsi una certa liquidità senza dover contrarre prestiti onerosi e difficili da rimborsare. Adesso i Compro Oro sono in crisi.
Una notizia del genere suscita almeno due sensazioni: era ora, adesso siamo finalmente usciti dalla crisi; oppure, diamine, gli italiani si sono giocati anche i tesori di famiglia.
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A segnalare l’inversione di tendenza di queste attività commerciali, nate in Italia sull’onda della crisi economica e finanziaria è Oroitaly, l’associazione nazionale che associa tutta la filiera orafa di alta qualità dagli artigiani, alle piccole e medie imprese del settore, dai grossisti ai negozi di gioielleria. Questa la notizia:
Secondo stime del settore, nel 2014 i compro oro sono passati da 35 mila a 22 mila e il giro d’affari si è dimezzato. «Oggi il fatturato annuale medio non supera i 300 mila euro», spiega Gianni Lepre, segretario di Oroitaly. «Abbiamo perso migliaia di posti di lavoro e la situazione peggiora»…
All’inizio arrivavano donne di sessant’anni, pensionate che si vendevano l’oro per togliersi uno sfizio: la vacanza della vita, un’auto nuova. Portavano i gioielli, noi pagavamo e loro uscivano col sorriso. Poi la recessione è diventata più dura, sbarazzarsi di braccialetti e catenine è diventata una necessità: i clienti sono aumentati, ma erano diversi, entravano in negozio con la calcolatrice. Mettere le mani nel salvadanaio era l’ultima spiaggia». Ora scarseggiano anche loro.
Secondo gli esperti ad affossare il settore orafo ci sono delle scelte politiche e fiscali:
Le cause della crisi dell’oreficeria sono varie e vanno ricercate anche in scelte politiche che, invece di incentivare i consumi e sostenere uno dei settori di punta del made in Italy, apprezzato in tutto il mondo, tendono ad affossarlo. Ad esempio, la misura che impone un tetto di mille euro all’uso del contante, in vigore dal 2012, ostacola fortemente gli acquisti di oro e gioielli oltre che a essere, secondo Gianni Lepre, poco efficace per combattere l’evasione fiscale.