La Fed? secondo le Borse europee lascerà i tassi invariati

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Le Borse europee credono fortemente che alla fine la Fed sceglierà di aspettare ancora prima alzare i tassi continuando nella fase di allentamento monetario avviatasi nel 2006 per qualche altra settimana.

Gli investitori osservano l’andamento dei future degli ultimi 30 giorni sui Fed Funds (tasso d’interesse interbancario a brevissimo termine) che anticipano le variazioni di politica monetaria e tirano un sospiro di sollievo: le possibilità di rialzo, al termine del meeting che inizia oggi e si concluderà domani sera, sono – secondo Cmegroup – al 25%, mentre a inizio agosto, prima dello scoppio della bolla cinese erano sopra il 50%. A tranquillizzare gli addetti ai lavori, però, sono anche le previsioni più a breve termine: negli ultimi giorni le possibilità sono rimaste ferme al 32% e tutti sono concordi che il costo del denaro resterà sotto la soglia dell’1% ancora molto a lungo.

“Nessuno è realmente sicuro circa le intenzioni della Fed” dice a Bloomberg Kim Youngsung, responsabile degli investimenti internazionali per il fondo pensioni dei dipendenti pubblici della Corea del Sud che gestisce 12,7 miliardi di dollari: “La situazione è strana. Se sono realmente preoccupati per l’economia cinese o la ripresa globale allora è probabile che la Fed aspetti, se invece guardano solo ai dati americani è comprensibile che decidano di rialzare i tassi”. Insomma gli addetti ai lavori si aspettano di leggere nella prossime mosse del presidente della Fed, Janet Yellen, anche un messaggio politico per capire se gli Usa hanno intenzione – o bisogno – di intervenire in qualche modo a sostegno dell’economia globale oppure se pensano di essere autosufficienti.

Piazza Affari conclude gli scambi in rialzo dello 0,71%, mentre nel resto del Vecchio continente Londra sale dell’1,49%, Francoforte dello 0,38% e Parigi dell’1,67%. Proprio la Francia ha confermato che il suo Pil crescerà dell’1% nel 2015 e dell’1,5% l’anno prossimo. L’Ocse ha invece raffreddato le stime di crescita globale, alzando leggermente quelle dell’Italia allo 0,7% per il 2015. Importante l’aggiornamento dell’inflazione dell’Eurozona, che ad agosto è calata allo 0,1% annuo dallo 0,2% di luglio e della stima preliminare: materiale su cui riflettere in seno alla Bce, che ha l’obiettivo di portare la dinamica dei prezzi vicino al +2%.

 

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