Il nuovo governo di Matteo Renzi ha avuto anche la fiducia dei mercati con l’asta di Ctz a 24 mesi per 2,5 miliardi e Btp-i a 5 anni per 1 miliardo, che anticipano il collocamento da 8,5 miliardi di Bot semestrali. Gli investitori hanno risposto positivamente portando i tassi sui Ctz al nuovo minimo storico dello 0,822%, in netto ribasso dall’ 1,031% precedente. Ottima la domanda, pari a 4,293 miliardi, 1,72 volte l’offerta. Dato anche il miliardo di Btp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona, con tasso in discesa all’1,2% dall’1,39%.
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Da quando Renzi ha avuto l’incarico di formare il governo le tensioni sul mercato del debito si sono allentante. Sul mercato secondario i Btp a 10 anni rendono il 3,58%, mentre lo spread, si stabilizza sotto quota 195. È il premio chiesto dagli investitori per “comprare” debito italiano invece che tedesco: all’apice della crisi nel novembre 2011 il mercato chiedeva 575 punti di interesse in più. Una cifra che nel lungo periodo avrebbe portato l’Italia sul bordo del default, per l’impossibilità di raccogliere nuovi capitali.
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Oggi il contesto si sta normalizzando e pagare meno interessi sul debito consente al governo di avere maggiori margini di manovra in politica monetaria pur stando all’interno dei parametri richiesti dall’Europa, a iniziare dal 3% del rapporto deficit/Pil. Nello specifico tale rapporto è visto in ribasso dall’Unione europea per l’Italia, anche se resta debole la ripresa con una crescita del Pil vista allo 0,6% nel 2014.