Per combattere la corruzione non è importante soltanto sostenere il Governo nella sua opera di emersione del lavoro nero e quant’altro sia giudicato necessario alla causa, per combattere la corruzione bisogna anche fare proprie alcune linee guida, proprio come fa Confagricoltura.
Confagricoltura è la prima organizzazione agricola ad aver redatto un Codice di comportamento per la redazione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo (ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001), che è stato ora approvato dal Ministero della Giustizia. Spiega sul suo sito proprio Confagricoltura:
Il decreto 231 prevede una responsabilità amministrativa a carico degli enti e delle società, con l’applicazione di sanzioni sia pecuniarie che interdittive, in caso di commissione di reati da parte di dipendenti o soggetti con posizione apicale. La responsabilità amministrativa, tuttavia, è esclusa se la società o l’ente hanno adottato ed efficacemente attuato specifici modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire i reati.
Le Linee Guida di Confagricoltura si articolano in una parte generale ed in una speciale. Nella prima è analizzata la normativa di riferimento e le varie fattispecie di reato, il sistema disciplinare, i meccanismi sanzionatori e si forniscono indicazioni puntuali sulla composizione dell’organo di vigilanza e del codice etico; nella seconda si approfondiscono i singoli reati, attraverso appositi ‘case study’.
Il Codice redatto tiene conto delle necessità delle imprese agricole e si basa su un’analisi dei maggiori rischi che oggi l’imprenditore che opera nel settore primario può trovarsi a fronteggiare. Per ogni reato Confagricoltura ha individuato i principi di comportamento e le aree maggiormente a rischio.
“Abbiamo fornito alle nostre aziende un modello organizzativo idoneo a prevenire la commissione dei reati compresi nell’ambito di applicazione del decreto 231 – ha concluso Confagricoltura -. In tal modo le imprese potranno utilizzare il Codice per redigere i propri Modelli, così da organizzare i processi produttivi in maniera efficiente ed idonea a prevenire la commissione di reati e, oltre tutto, a mettersi al riparo dalle conseguenze sanzionatorie previste dalla legge”.