Nel corso del 2013 le pubbliche amministrazioni hanno saldato i propri debiti per un ammontare complessivo di 21,6 miliardi di euro, inserendo nel circolo economico e produttivo del Paese una liquidità che corrisponde a circa 1,6 punti di PIL.
Il ritmo dei versamenti ai creditori si è stabilizzato su una media di 3,6 miliardi al mese, con una maggiore concentrazione nel secondo semestre dell’anno appena concluso.
E già nei primi giorni del mese di gennaio 2014 sono stati effettuati pagamenti per altri 2,9 miliardi di euro, grazie ai fondi resi disponibili dal decreto legge 102 del 2013.
Sono questi i dati comunicati dal Ministero dell’Economia, secondo il quale le amministrazioni debitrici hanno attinto alle due tranche di fondi disponibili per un totale di 24,5 miliardi di euro sui complessivi 27,2 miliardi sbloccati.
► Il credito in aiuto delle imprese
Per quanto riguarda la prima tranche, le amministrazioni si sono avvalse di risorse per un ammontare di 18,5 miliardi ed hanno effettuato pagamenti per 16,5 miliardi (l’84% delle risorse stanziate). Per la seconda tranche invece gli enti hanno utilizzato risorse per 6 miliardi di euro, dei quali 5,1 miliardi già erogati ai creditori.
Rispetto al totale dello stanziamento finanziario previsto dal decreto 102, risulta che un’aliquota di 2,3 miliardi di euro non è stata richiesta da cinque delle regioni destinatarie: Calabria, Campania, Sicilia, Sardegna e Molise.
L’andamento complessivamente virtuoso della pubblica amministrazione non sottrae tuttavia l’Italia al rischio dell’annunciata apertura di una procedura d’infrazione da parte della UE, per aver violato la direttiva che obbliga gli enti pubblici a saldare i debiti nel tempo massimo di 30 giorni.