Un noto film italiano si augurava di non ricominciare sempre tutto da capo ma di salvare almeno tre cose. Se volessimo operare un ragionamento simile sulla condizione europea, potremmo essere certi che non tutto è perduto, soprattutto se si considera la rivoluzione in atto in Islanda.
In questo paese ci sono i famosi tre elementi per ripartire nello sviluppo: tecnologia, referendum e iniziativa popolare. Sono queste le parole d’ordine del popolo islandese che alla fine del mese scorso ha approvato la prima web costituzione della storia.
Un consiglio direttivo di 25 cittadini estranei alla politica è stato nominato con l’incarico di consultare la popolazione sul nuovo testo costituzionale, considerati i principi fondamentali del testo definiti dal Consiglio direttivo. Questo organo ha sfruttato la tecnologia e soprattutto i social network come Twitter, Facebook e Youtube per entrare in contatto con la popolazione.
La partecipazione all’evento è stata straordinaria e un referendum alla fine di ottobre ha interrogato i cittadini sulla conformità della bozza della web costituzione. L’ultima parola spetta sempre al governo ma si esclude la possibilità di un rovesciamento di fronte repentino.
I titoli di stato islandesi si rafforzano considerato anche il fatto che la nuova costituzione rafforza gli strumenti del referendum e delle leggi d’iniziativa popolare. L’Islanda si configura dunque come un terreno d’investimento privilegiato.