L’Italia ha un grande problema: la disoccupazione, figlia della crisi. Mario Monti e i suoi tecnici hanno provato a migliorare la situazione, riformando il mercato del lavoro per renderlo più flessibile e creare un maggior ricambio, ma i risultati stentano ad arrivare.
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Adesso, poi, che c’è un nuovo governo, si parla di rivedere nuovamente la Riforma del Lavoro, per cercare di risolvere le falle della precedente che non hanno portato ai risultati sperati, partendo dall’introduzione della staffetta generazionale.
Ma, secondo il Rapporto sul mondo del lavoro 2013 elaborato dall’ILO, International Labour Organization, neanche questa iniziativa sarà sufficientemente incisiva da risolvere il problema. L’Italia è il paese dove la disoccupazione e la recessione hanno avuto gli effetti più brutali, soprattutto per i giovani.
Secondo l’Ilo la disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto il livello record del 41,9% e, in più si è assistito ad un aumento crescente del precariato (32% di precari involontari nel 2012).
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E a nulla potrebbe servire, in questo scenario drammatico, la staffetta generazionale, con la quale si rischierebbe di dare lavoro ai giovani togliendone agli adulti. Secondo l’Ilo, ciò che serve all’Italia sono investimenti e innovazione (incentivandoli con sgravi fiscali), più che la riduzione del costo unitario del lavoro e suggerisce al nuovo esecutivo di ricercare altre strade per rilanciare l’occupazione giovanile, come gli incentivi all’assunzione e un sistema di formazione che favorisca lo ‘skills matching’.