La Tares, che sarà la sostituta della Tarsu o della Tia, sarà più cara perché dal suo gettito si dovranno trovare le risorse non solo per la gestione dei rifiuti, ma anche per l’illuminazione pubblica, per la manutenzione delle strade etc. Altra differenza con le tasse finora applicate è che la Tares non sarà pagata solo dai proprietari di immobili ma anche da tutti coloro che “occupano o detengono locali o aree scoperte”.
La maggiorazione della tassa sarà mediamente di 30 centesimi (che potranno arrivare anche a 40 in base alle ordinanze delle amministrazioni locali) al metro quadrato, che serviranno per finanziare quelli che vengono chiamati “servizi indivisibili”, oltre all’illuminazione e alle strade sotto questa denominazione ricadono anche asili nido e assistenza domiciliare.
In tutto si stima che nelle casse dello Stato dalla Tares arriverà circa un miliardo di euro, che saranno risparmiati dall’Amministrazione centrale con il taglio del trasferimento di risorse ai comuni.
Come per l’Imu, la cui terza e ultima rata dovrà essere pagata entro oggi per non incorrere in sanzioni, anche la Tares sarà pagabile a rate. Il legislatore ne ha previste quattro (gennaio, aprile, luglio e dicembre): le prime tre saranno calcolate in base agli importi già previsti per le Tarsu e Tia più i trenta centesimi al metro quadrato; mentre la rata di dicembre dovrà essere calcolata in base alle aliquote dei singoli comuni.