Come previsto e annunciato già nei giorni scorsi, a partire da oggi, 1 ottobre, l’aliquota dell’IVA, la principale tra le imposte indirette italiane, è ufficialmente passata dal 21% al 22%. Non è stato infatti possibile dare corso al Decreto Legge che ne avrebbe dovuto sterilizzare l’aumento, a causa della crisi politico – istituzionale che si è aperta nel corso dell’ultimo fine settimana.
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E così, in mancanza delle necessarie coperture e di un provvedimento atto ad applicarle, a partire da oggi tutti i prezzi dei beni di consumo subiranno un ritocco a rialzo. Dal punto di vista della tassazione si avrà un rialzo di un solo punto percentuale, cosa che andrà già a segnare un primo record all’interno del livello delle imposte che si pagano in Italia, ma dal punto di vista pratico, cioè quello dei consumatori, i rivolti potranno essere più preoccupanti.
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A partire da oggi, infatti, saranno costretti ad aumentare tutti i prezzi dei beni non considerati di prima necessità, cioè la maggior parte di quello che oggi è possibile comprare con la sola esclusione degli alimentari e delle poche altre categorie di beni incluse all’interno dei panieri protetti.
Nello specifico, quindi, subiranno rincari i prodotti tecnologici, le bevande e la benzina, di cui ieri abbiamo già parlato, ma anche vestiti, calzature, giocattoli e detersivi. Inoltre si deve mettere in conto il fatto che l’aumento della benzina potrebbe incidere in maniera negativa anche sul rialzo dei prezzi dell’alimentare, a causa dell’aumento delle spese di trasporto.