Il 1° luglio 2013 arriverà l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva. Un piccolo aumento percentuale che, trasformato in cifre ed euro, potrebbe rivelarsi un insopportabile aumento del costo della vita per le famiglie e dei costi delle imprese.
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Quando il Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato di non poter far nulla per evitare questo aumento, la platea composta dai rappresentanti della Confcommercio ha sonoramente protestato. Le ragioni della protesta sono note e sacrosante, tanto che oggi il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha provato a sedare gli animi parlando di un possibile spostamento della fatidica data.
Il ministro non si è sbilanciato, ma ha comunque dichiarato che il Governo sta facendo tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese, soprattutto al fine di capire quante risorse servono per arrivare a questo obiettivo e dove sarà possibile reperirle (l’aumento dell’Iva serve proprio a generare le risorse necessarie).
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Secondo il ministro Saccomanni il Governo sta studiando delle vie alternative, ma se non si aumenta l’Iva sarà comunque necessario trovare 2 miliardi di euro subito da qualche altra parte e un finanziamento di 4 miliardi per ciascuno degli anni successivi, ma il Governo sta anche pensando alla possibilità di posticipare il balzello di tre mesi, o anche per un periodo maggiore, per monitorare la situazione economica generale e capire se sarà possibile evitare definitivamente questo balzello.