Gli occupati sono in aumento, gli inattivi in diminuzione. Qualcosa, dunque, sta cambiando e la fiducia degli italiani torna a crescere.
Il tasso di disoccupazione a gennaio rimane all’11,5%, lo stesso del mese di dicembre e dei quattro mesi precedenti, ma il numero degli occupati cresce malgrado gli sgravi contributivi dall’inizio dell’anno siano stati tagliati al 40%: da 8mila e 3.250 euro. Eppure a inizio 2016 i dipendenti a tempo indeterminato sono aumentati di 99mila unità su dicembre (ultima mese di esonero totale per le assunzioni stabili) e di 426mila su gennaio 2015.
Una buona notizia per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti:
E’ un grande risultato, sono felice per tutte queste persone e le loro famiglie. Ringrazio tutte le aziende e gli imprenditori. Le riforme sono essenziali ed il Governo le ha fatte, ma senza l’impegno responsabile di tutta la comunità nazionale i risultati sarebbero meno significativi.
Nel complesso, l’Istituto di statistica fa notare che la stima complessiva degli occupati sale di settantamila unità su dicembre 2015 (+0,3%) e di 299mila su gennaio 2015 (+1,3%): sul confronto mensile, infatti, pesa il calo (-28mila) dei dipendenti a termine, mentre gli indipendenti rimangono stabili. A fronte di questi dati, il tasso di disoccupazione scende di 0,7 punti percentuali sull’inizio del 2015. Tra l’altro è da evidenziare come la crescita degli occupati siano molto vicina a quella del calo degli inattivi (-63mila).
Insomma, se lo stesso tasso di disoccupazione a novembre era stato solo all’apparenza positivo perché non registrava un aumento degli occupati, a gennaio la tendenza viene capovolta: il tasso di disoccupazione, infatti, è un rapporto fra i disoccupati e il totale della forza lavoro (occupati+disoccupati). Il dato, quindi, è positivo tanti più disoccupati riescono a trasformarsi in occupati. In realtà spesso non succede così perché chi non ha un lavoro smette di essere disoccupato non perché trova lavora, ma, perché scoraggiato, si trasforma in un inattivo, ovvero in colui che non lavora e neppure cerca un impiego. A gennaio, invece, gli scoraggiati sono calati e molti hanno trovato un impiego.