La crisi economica degli ultimi quattro anni ha colpito duramente anche storici marchi italiani, che sono stati costretti a cambiare bandiera e ad emigrare all’estero. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, invece, numerose aziende storiche del nostro paese sono state vittime delle più spietate leggi della concorrenza, in base alle quali le aziende che non riescono ad andare avanti vengono acquistate dai loro diretti competitor solo per essere smantellate e vendute pezzo a pezzo.
> Le aziende italiane passate sotto mani straniere
E’ stato questo il destino di molte imprese italiane negli ultimi 4 anni. In questo periodo, infatti, più di 400 realtà imprenditoriali del Bel Paese sono passate in mano di imprenditori stranieri. Molte delle volte si è anche trattato di nomi che in precedenza avevano fatto grande l’Italia nel mondo. Tra questi, ad esempio, si possono ricordare Perugina, Algida, Flora, Ducati, e Lamborghini.
> Il Premio Marzotto 2013 incorona le start-up più innovative
Il fenomeno del passaggio dei marchi italiani in mano straniera ha ricevuto di recente l’attenzione della Uil e dell’Eurispes, che hanno rilevato come quella dell’Italia sia oggi l’immagine di un paese in svendita dal punto di vista imprenditoriale. Negli anni centrali della crisi economica, dal 2008 al 2012, le aziende che hanno cambiato bandiera sono state 437 e gli imprenditori esteri hanno investito più di 55 miliardi di euro per acquistare i brand storici italiani.
Oggi coloro che investono nel Made in italy arrivano sempre di più dai paesi emergenti e in via di sviluppo. L’emigrazione dei marchi va avanti dagli anni ’70 ma quelli che stiamo attraversando sono tempi veramente duri.