In un momento di crisi economica come quello che sta attraverso l’Europa e il mondo intero in questo momento è necessario fare dei sacrifici. Questa volta però a farli non dovranno essere i cittadini, almeno non nell’idea di Danièle Nouy, la direttrice del Single Supervisory Mechanism, ovvero l’ente di supervisione del sistema bancario dell’Eurozona.
La sua non è un’idea del tutto nuova, già Mario Draghi si era espresso in termini simili sull’argomento, ma questa volta sembra che l’intenzione di provvedere al risanamento bancaria attraverso un percorso di fallimenti ordinati delle banche più deboli potrebbe essere messo realmente in atto.
La direttrice del Single Supervisory Mechanism – che è arrivata a capo dell’ente dopo una lunga esperienza in un ruolo analogo in Francia, il suo paese – ha parlato senza mezzi termini in un’intervista al Financial Times pubblicata questa mattina in prima pagina: pur consapevole delle difficoltà oggettive di questo progetto, sembra ritenerlo l’unica via percorribile.
Danièle Nouy non vede nella fusione a tutti i costi delle banche deboli, ovvero quelle che hanno una sovraesposizione sul piano dei debiti e una serie di investimenti sbagliati o mal gestiti alle spalle, non possono pensare di risolvere la loro situazione entrando all’interno di gruppi bancari più forti, ma devono accettare che il dichiarare fallimento è l’unico modo per assicurare una maggiore qualità a tutto il sistema.
La Nouy è ben consapevole che questo percorso non sarà certo indolore e che, molto probabilmente, saranno in molti i paesi che si opporranno a questa proposta – Italia e Germania in primis – ma non si può pensare di salvare tutti se si vuole recuperare credibilità sul piano internazionale.