Le banche e il rischio della ‘turbofinanza’

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Il comparto finanziario, che per anni ha scritto assegni per esercitare pressioni, adesso sta cambiando strategia: circa una ventina di grandi banche, compagnie di assicurazioni, investitori e altri operatori di primo piano di quel magma meglio noto come “i mercati” si sono accordati per esigere più regolamentazione.

In un documento predisposto di recente dal Davos World Economic Forum e firmato tra gli altri da Axel Weber (presidente di Ubs) e Douglas

Flint (Hsbc), sollecitano misure macroprudenziali finalizzate a “migliorare la stabilità finanziaria e ridurre l’impatto delle future crisi “.
Al contrario di quanto è accaduto in anni recenti  –  nei quali le prassi invalse nel settore industriale e la negligenza da parte degli organi di regolamentazione sono state le cause principali del tracollo  –  il settore finanziario sta lanciando segnali di un insolito interesse a rafforzare le regolamentazioni al fine di “limitare i rischi per il sistema” e “ridurre le inefficienze, quali un’eccessiva euforia collegata a determinati asset, per esempio nel mercato immobiliare “, quella stessa euforia eccessiva che ha fatto scoppiare la madre di tutte le bolle in paesi come gli Stati Uniti e la Spagna: così si legge nella dichiarazione resa nota oggi e ottenuta preventivamente dalla Leading European Newspaper Alliance (Lena). “Il sistema è il nostro rischio più grande. Essere la banca migliore in un sistema in fallimento è un po’ come occupare la suite presidenziale a bordo del Titanic” ha detto l’amministratore delegato di uno degli istituti firmatari, tra i quali compaiono Blackrock, Generali, Zurich, Intesa sanpaolo e il gruppo messicano Banorte.

La questione più importante è capire come occuparsi delle bolle, come domare la tigre. Le soluzioni alle quali si è fatto ricorso finora non hanno dato i risultati sperati: averle ignorate ed essersi limitati a sistemare in seguito i danni subiti ha portato alla superbolla esplosa nel 2008 dopo un’epoca di spettacolare crescita del credito.

 

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