Le imprese italiane ricevono sempre meno credito. Durante gli ultimi 4 anni (nel periodo che va da giugno 2011 a marzo 2015) i finanziamenti trasmessi dalle banche agli imprenditori sono scesi del 10,6%.
Il calo complessivo si attesta sui 105,9 miliardi. I dati provengono da una rilevazione di Confartigianato, secondo cui nello stesso periodo gli investimenti fissi lordi delle imprese evidenziano un crollo cumulato di 51,6 miliardi di euro, pari al -15,9%. A ‘soffrire’ di più il razionamento del credito sono le imprese di piccola dimensione: a maggio 2015 le aziende fino a 20 addetti hanno registrato una diminuzione dei prestiti del 2,3%, rispetto al calo dell’1,6% evidenziato dal totale delle imprese italiane nel corso dell’ultimo anno.
In base a ciò che emerge dallo studio di Confartigianato, il denaro è più scarso e più costoso: a marzo 2015 un’impresa italiana paga mediamente un tasso d’interesse effettivo del 5,53% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca. I tassi di interesse applicati alle piccole imprese sono superiori di 272 punti base rispetto a quelli applicati alle aziende medio-grandi. Secondo il rapporto, sono colpite dal razionamento del credito anche le imprese artigiane: a marzo 2015 lo stock di finanziamenti è diminuito del 5%, pari a 2,4 miliardi in meno nell’ultimo anno. Il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da due anni e a marzo 2015 si osserva una accelerazione del fenomeno rispetto al -3,8% di dicembre 2014 e al -3,5% di un anno prima.
“Le dichiarazioni di ottimismo delle banche italiane – sottolinea Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato – si scontrano con la realtà vissuta dagli imprenditori. Noi, il rilancio dei prestiti alle imprese non lo vediamo ancora: del resto, 106 miliardi in meno di finanziamenti negli ultimi 4 anni la dicono lunga su quanto c’è da recuperare. Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi e in confronto a quanto avviene nella media europea. Un presupposto fondamentale per la ripresa consiste nella fiducia che le banche accordano ai progetti di investimento degli imprenditori.