Circa 160 imprese italiane sono presenti sul mercato ucraino, delle quali più della metà producono in forma indipendente o in joint venture, e le altre hanno una rappresentanza commerciale. Il 40% di queste si trova nella capitale del Paese (Kiev), il 34% nelle regioni occidentali confinanti con paesi comunitari (Uzhgorod, Lviv, Cernivtsi, Ivano-Frankivsk). E una piccola concentrazione nella regione di Zhitomyr (il 7%). Lo rileva l’ufficio Ice di Kiev, su fonti Istat, Onu Comtrade e Servizio statistico nazionale dell’Ucraina. Le altre società sono su tutto il territorio preferendo l’industria leggera e lavorazione del legno a Ovest e industrie pesanti nelle regioni dell’Est dell’Ucraina.
> In Borsa, soffrono i finanziari a causa dell’Ucraina
Le imprese lavorano nei settori: finanziario, industriale (metalmeccanica, industria leggera, industria alimentare, ecc.), trasporti, servizi e commercio. Per volume degli investimenti, i settori più ricettivi sono: finanziario (84,4%), costruzione delle macchine (5,4%) industria leggera (2,3%), industria del legno (2,2%), operazioni immobiliari e assistenza legale (1,5%), commercio (1%). Il 48% è rappresentato da aziende produttive, il 29% effettua commercio e il 23% opera nei servizi.
> I rischi per l’Italia e l’Europa della guerra in Ucraina
Nel settore bancario è presente Unicredit, che ha di recente perfezionato l’acquisto del pacchetto di controllo di una Banca locale, la Ukrsotsbank. Banca Intesa ha acquisito di una banca ucraina (Pravex Bank). Il gruppo Finmeccanica sta ingrandendo una grande rete di rapporti con le istituzioni ucraine nel settore spaziale, delle comunicazioni e della sicurezza. Si inseriscono in questo quadro alcuni contratti di Selex nel settore del controllo aereo e radaristico. Altra manovra importante è quella della Emilceramiche a Donetsk, iniziata nel 2005 col sostegno della Simest, e che ha visto di recente l’apertura di una seconda linea di produzione.