Le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal neo Ministro del Welfare Enrico Giovannini e dal Presidente del Consiglio Enrico Letta tolgono ogni dubbio sulla volontà del nuovo esecutivo di apportare al più presto delle modifiche alla riforma del lavoro, la riforma Fornero, al fine di risolvere alcuni problemi relativi al mercato del lavoro italiano.
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Ma quali sono le modifiche che il Governo Letta ha intenzione di apportare alla Riforma Fornero? Ne ha parlato stamani Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, spiegando quali saranno i principali interventi in cantiere per alleggerire e semplificare la rigidità del sistema fino ad oggi previsto.
Le modifiche, dunque, interesseranno quattro aspetti fondamentali:
1. la riduzione degli intervalli di tempo obbligatori tra la fine di un contratto e l’inizio di un altro
2. la revisione del cosiddetto “causalone” (ossia della specificazione delle ragioni tecniche – organizzative – produttive che giustificano il ricorso a contratti flessibili
3. il potenziamento dell’ istituto dell’ apprendistato
4. la riduzione dei contributi per i titolari di partita Iva, che a detta dell’ ex Ministro è il vero peso che grava sulle spalle dei giovani.
Andando più nello specifico, dunque, le misure su cui i fedelissimi di Letta sono già a lavoro e che interesseranno probabilmente voce per voce saranno le seguenti:
1. dal punto di vista della tempistica dei contratti, saranno ridotti quelli intervalli di tempo che la riforma Fornero aveva fissato in un minimo di 60 giorni per i contratti con durata fino a sei mesi, e di 90 giorni per contratti superiori ai sei mesi
2. per quanto riguarda il cosiddetto causalone, saranno rese più blande le motivazioni necessarie per l’ attivazione dei contratti a tempo determinato oppure verrà generalizzata l’ acausalità
3. per l’ apprendistato la parola d’ ordine del governo è invece semplificazione, con l’alleggerimento degli oneri per i datori di lavoro e la resa del contratto ancora più conveniente, in modo che le aziende siano incentivate alla sua sottoscrizione
4. per quanto riguarda, infine, le Partite Iva, l’idea è quella di ridurre il cuneo contributivo al di sotto dell’ attuale 33%, sulla base di proposte che anche in precedenza erano state avanzate in Parlamento e che proprio in questo momento sono nuovamente discusse, nell’ ottica del reperimento delle risorse.
L’ obiettivo, conclude infine Treu, non è certo quello di uno stravolgimento generale, ma dell’ apporto di semplici modifiche volte a rendere la riforma più adeguata alla situazione del Paese reale.