Come anticipato anche nei giorni scorsi, una delle priorità del Governo Letta per il breve periodo sarà la presentazione della bozza della riforma del sistema di tassazione degli immobili italiani entro la fine del mese di agosto. Per questo il Ministro dell’ Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, da tempo a lavoro per trovare una soluzione al problema IMU, ha presentato nelle ultime ore un documento riassuntivo con le varie proposte che sono oggi al vaglio.
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Il documento, pubblicato sul sito del Ministero, comprende in totale nove ipotesi e riporta in aggiunta anche le eventuali eventuali conseguenze fiscali in caso di approvazione, nonché i diversi punti di debolezza e punti di forza di ogni proposta.
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Inoltre, accanto ad ogni possibile soluzione, viene riportato anche il suo costo per le casse dello Stato. Ecco quali sono.
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- Esenzione totale dal pagamento per l’ abitazione principale. Costo = 4 miliardi di euro.
- Incremento della detrazione prevista per la prima casa. Costo = da 1,3 a 2,7 miliardi di euro a seconda dell’aumento della detrazione.
- Rimodulazione selettiva dell’ esenzione dal tributo sulla base di una serie di parametri – valore, reddito – isee – mercato immobiliare. Costo = da 1 a 2,3 miliardi di euro a seconda della rimodulazione.
- Rimodulazione dell’ importo dell’ IMU relativo all’ abitazione principale sulla base di altri tributi – si parla di Irpef o di Tares, ma anche di crediti di imposta e detrazioni. In questo caso lo stato potrebbe avere recuperi da 2 a 4,3 miliardi di euro.
- Deducibilità dell’ Imu per le sole imprese. Costo = 1,2 miliardi di euro.
- Restituzione ai Comuni del gettito derivante dagli immobili ad uso produttivo. Costo = 4,6 miliardi di euro.
- Incremento dell’ Irpef ma abolizione della relativa addizionale comunale. Costo = 3,6 miliardi di euro.
- Introduzione al posto dell’ IMU di una service tax di competenza degli enti locali, con revisione della Tares.
- Abolizione della prima rata dei versamenti IMU sospesi. Costo = 2,4 miliardi.
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Sebbene le proposte in esame siano molto numerose e comportino, a seconda dei casi, sgravi per le famiglie o costi per lo Stato, il Ministro in persona sembra propendere per l’ ipotesi della introduzione di una service tax che attribuisca agli enti locali maggiori poteri decisionali in merito.
Questa ipotesi comporterebbe, inoltre, comunque l’ esenzione dall’ IMU per le abitazioni principali e la rimodulazione della Tares, che non subirebbe in questo modo incrementi. E’ quella che il Mef definisce una proposta ad alta efficienza.