I trattamenti pensionistici erogati ai lavoratori italiani tra circa tre decenni potrebbero non assicurare a tutti un futuro sereno e dignitoso. Non si tratta di una contestazione, ma di una frase pronunciata da Enrico Giovannini nel corso di un intervista rilasciata alcuni giorni fa.
Negli ultimi giorni, infatti, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini è tornato a discutere sullo stato delle pensioni che toccheranno agli italiani tra circa trenta anni. E le sue previsioni non sono delle più ottimistiche, dato il suo essere piuttosto preoccupato della questione.
> L’UE contro l’Italia sulle norme per il pensionamento anticipato
Gli sforzi del Governo e del Welfare, invece, dovrebbero assicurare a tutti la possibilità di invecchiare in maniera dignitosa e tranquilla, anche quando non ci saranno più redditi da lavoro a sostenere il tenore di vita. La sfida per le politiche sociali, quindi, si gioca essenzialmente sul futuro e non sul presente.
> In aumento il numero degli italiani poveri negli ultimi tre anni
Il Ministro del Lavoro pare tuttavia preoccupato da alcuni fattori che vanno ad infrangersi sui meccanismi dell’attuale sistema contributivo: l’entrata tardiva nel mondo del lavoro e la precarietà degli impieghi. A questi due fattori di base si aggiunge poi l’effetto negativo causato dalla crisi economica e dalla congiuntura negativa.
Così come appare preoccupato per la flessibilità in entrata nel mondo del lavoro, tuttavia, il Ministro appare anche concentrato sul problema della flessibilità in uscita, per la quale il Governo sta studiando diverse proposte che verranno discusse nei prossimi giorni insieme alle parti sociali.
Per Giovannini bisogna tenere infatti presente il fatto che in molti settori lavorativi il rimanere troppo a lungo nello stesso posto di lavoro influisce negativamente sulla produttività.