I conti correnti sono forse i prodotti bancari più diffusi e comuni di tutto, l’interno panorama finanziario. Eppure negli ultimi tempi sembrano diventare prodotti sempre più di lusso, a giudicare almeno dai loro costi di gestione. Nell’ultimo trimestre, infatti, le spese di gestione dei conti correnti italiani hanno subito un ulteriore rincaro che ha portato i loro ISC, Indicatori Sintetici di Costo, a toccare anche i 347 euro all’anno.
>
A rilevarlo sono due importanti associazioni italiane per la tutele dei diritti dei consumatori, la Adusbef e la Federconsumatori, che hanno analizzato i costi dei conti correnti sottoscrivibili presso 56 istituti di credito italiani. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, nel terzo trimestre del 2013 le spese di gestione dei conti correnti sono aumentate di circa 5 euro all’anno, passando dai 342 euro rilevati ad inizio luglio, agli attuali 347 euro di inizio ottobre.
>
Le associazioni dei consumatori, dunque, hanno denunciato questa situazione, facendo presente che secondo le medie nazionali emesse dalla Banca d’Italia per gli indicatori sintetici di costo – ISC – un conto corrente non dovrebbe costare al titolare più di 101 euro all’anno. La stessa media – 100 euro l’anno – si ritrova, inoltre, anche in un altri dati ufficiale di rilevazione, quello proposto dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana.
Adusbef e Federconsumatori hanno quindi stilato la classifica degli istituti bancari che nell’ultimo periodo hanno applicato i maggiori rincari sui conti correnti e hanno chiesto al governo di calmierare l’attuale situazione, che rischia di aggravare ulteriormente la situazione delle famiglie e delle imprese.
Le famiglie italiane, infatti, sono obbligate ad avere un conto corrente in banca se vogliono tutelare i loro risparmi e questi rincari non possono che essere interpretati come un saccheggio consentito di tali risorse.