I dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate sugli immobili italiani, sono stati elaborati da Confedilizia che ha notato un aumento degli immobili collabenti, probabilmente frutto della crisi e dell’aumento della tassazione legata alle proprietà in questione.
Per unità collabenti s’intendono gli immobili in condizioni di degrado estremo che possono essere inseriti nella categoria catastale F2. Confedilizia ha cercato d’individuare le cause del fenomeno ed ha pensato che possa legarsi alla tassazione sulla casa, la stessa sulla quale dovrebbe intervenire il Governo dopo le sollecitazioni del settore del mattone.
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Il carico fiscale per i proprietari è elevato e per questo molti decidono di abbandonarli al punto che le unità in questione perdono ogni tipo di vivibilità trasformandosi in ruderi. E quale sarebbe la tassa sulla casa più gravosa e importante che ha reso possibile tutto questo?
Secondo Confedilizia bisogna analizzare l’IMU come limite di tempo confrontando quello che è accaduto prima con quello che ha accaduto dopo l’introduzione dell’imposta fino ad oggi. Si è visto che dal 2011 il numero delle unità collabenti italiane è cresciuto del 58%.
Per la ripresa del settore immobiliare quindi, non si dovrebbe puntare sulla costruzione di nuove case ma puntare sul recupero del patrimonio immobiliare in degrado. Una soluzione praticabile, auspicabile e anche sostenibile sul lungo periodo. In Italia, tanto per fare un esempio, si possono individuare 441.497 immobili divenuti ruderi. E l’aumento continua: nel 2014, rispetto al 2013, si è registrato un +5,1%.
Confedilizia chiede l’intervento del Governo, non solo per le imposte sulla prima casa ma sul tema immobiliare. Senza una ripartenza del mattone infatti, l’economia italiana non può auspicare in nessun modo a una ripresa vera.