La riforma della pubblica amministrazione comunicata dal ministro Marianna Madia racchiude gli stessi errori della Brunetta. E Renzi non ha tanto coraggio come pare. Critica il sindacato di rallentare e dire sempre no, ma chi è vittima delle lobby e dei poteri della conservazione è proprio il governo. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista rilasciata al settimanale “l’Espresso”. Sulla guerra dichiarata alla burocrazia, firmata Madia, Camusso spiega: “Penso che prosegua nella stessa filosofia e negli stessi errori. Dopo Bassanini, che andava verso la ‘privatizzazione’ dei contratti, come indicava da tempo la Cgil, il primo passo indietro è stato quello di Brunetta”.
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E in merito al fatto che il governo, al contrario, dica che è una riforma che aiuterà a diminuire il peso dei burocrati e ad aprire alla meritocrazia in ambito pubblico, replica: “A parole. In realtà è il contrario: è come se si considerasse la pubblica amministrazione lo staff della politica, anziché garantirle la terzietà. La politica non distingue fra funzione di Stato e funzione di governo e questo porta a due effetti distorti: non c’è vera responsabilità di chi dirige, perché non c’è vera indipendenza; secondo, sono proprio i burocrati a contare di più. La Ragioneria dello Stato, spesso, decide più del governo”.
Camusso continua dicendo che potrebbe aprirsi un autunno caldo proprio per questa riforma: “Non è nelle nostre intenzioni ma, sì, potrebbe essere. Siamo preoccupati, non vediamo le risposte necessarie a una domanda molto importante: che tipo di amministrazione vogliamo in Italia? Il progetto presentato dal governo non soddisfa e non intacca le troppe rendite di posizione in campo”.