Circolano voci che nel vertice tenutosi a Roma il 20 novembre, Letta e Hollande abbiano stretto un patto segreto.> Diminuisce il costo dell’elettricità per le aziende
Hollande non si sta impegnando sui temi europei, e la reazione di Letta allo “scetticismo” di Olli Rehn sugli sforzi della ripresa italiana è sembrata più secca e tagliente di quanto molti si aspettassero, come se Letta si sentisse, in qualche modo, le spalle coperte. Il tutto pone una luce nuova sulla presidenza italiana della Ue, in agenda dal prossimo luglio.
> Arriva in extremis il taglio del cuneo fiscale con i fondi della spending review
La presenza dei socialdemocratici, al posto dei liberali, alla guida della Germania fa pensare ad una differente sensibilità del futuro governo tedesco in merito alle vicissitudini sociali ed economici europei. Hollande e Letta, probabilmente, ripongono fiducia in questo. Hollande aveva concordato con la Merkel sulla necessità di un controllo parlamentare sulle decisioni Ue, mentre Letta è propenso “all’approfondimento politico della zona euro”. Il tutto significa dare alla zona euro risorse proprie che finanzino investimenti adibiti alla crescita con la creazione di un fondo comune su cui basarsi. Prestiti per finanziare investimenti pubblici, che coprano il vuoto generato dalla fuga degli investimenti privati.
Questi bond comunitari per investimenti potrebbero essere sostituiti dal trasferimento di una parte o dell’intero importo di una o più imposte, create a livello europeo (come la tassa sulle transazioni finanziarie), dando al fondo proinvestimenti risorse proprie e permanenti. Si capirà subito se questi progetti andranno in porto dal momento che Hollande e Letta vogliono cominciare a parlarne già nel summit europeo del 19 dicembre.