La diffusa sensazione che l’euro abbia comportato quasi il raddoppio dei prezzi, non è tanto lontano dalla realtà dei fatti. Lo certifica uno studio elaborato dal Comitato contro le Speculazioni e per il Risparmio (CASPER) in cui sono riunite le associazioni Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori. Secondo questa ricerca, infatti, dalla data di entrata in circolazione dell’euro, gli aumenti medi dei prezzi sono stati del 53,7% ed hanno ridotto il potere d’ acquisto delle famiglie di quasi il 40% (39,7%).
Benché la percentuale di perdita sia in parte imputabile anche agli effetti della crisi economica, resta il fatto che -nel dettaglio- una famiglia media composta da 4 persone, a livello di consumi inalterati, nel periodo di riferimento ha “perso” in totale 10.850 euro.
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Secondo la ricerca del CASPER, uno degli esempi più eclatanti di aumento riguarda il cono gelato, il cui prezzo medio, tradotto in euro, è salito da 0,77 centesimi a 2 euro, con un incremento del 159,7%. Anche il tramezzino da bar, partendo da 0,77 centesimi, è arrivato a 2,3 euro, segnando un crescita di costo pari al 192,2%.
La classica penna biro, il cui prezzo si aggira oggi attorno a 0,80 centesimi, nel dicembre 2001 veniva a costare 0,26 centesimi:in questo caso l’incremento percentuale è stato del 207,7%.
Nella top ten dei beni e servizi che hanno subìto quasi il raddoppio dei prezzi le Associazioni segnalano i blue jeans, la giocata minima del Lotto, i pomodori pelati,i biscotti, i biglietti dei trasporti urbani, e la pizza Margherita la cui quotazione media è cresciuta da 3,36 a 6,50 euro, con un incremento di 93 punti percentuali.