Da qualche anno a questa parte il termine Industria 4.0 è entrato a far parte della dialettica comune, ispirando un nuovo approccio alla trasformazione economica in atto in Italia e nel resto del mondo. Nel nostro Paese, in particolar modo, il termine è stato coniato in riferimento a un piano governativo lanciato quattro anni fa, e successivamente aggiornato e modificato più volte.
Ma quali sono le previsioni di Industria 4.0 nel nostro Paese? In che modo le innovazioni tecnologiche e digitali andranno a impattare sull’economia nazionale? E quali sono le agevolazioni di Industria 4.0 attualmente fruibili dalle aziende?
Vantaggi Industria 4.0: un ampio ventaglio di benefici
Per quanto concerne i vantaggi di Industria 4.0, non si può non sottolineare in queste poche righe come il ventaglio di benefici concreti riservati alle imprese sia stato molto vario, passando dall’iper ammortamento al credito di imposta sulla ricerca, per la finanza di supporto e le agevolazioni alle start up innovative, e per lo sviluppo delle competenze mediante gli auspicati Digital Innovation Hub e i Competence Center.
Da Industria 4.0 a Transazione 4.0
Fatte simili premesse, e cercando di dare uno sguardo al prossimo futuro, è abbastanza evidente come le intuizioni di cui all’Industria 4.0 dovranno essere ulteriormente accentuate.
È dunque lecito che il nuovo piano nazionale Transizione 4.0 – che ha di fatto sostituito Industria 4.0 – sia uno dei perni fondamentali del nuovo Recovery Fund italiano, con la necessità di stimolare gli investimenti privati e fornire maggiore stabilità alle imprese, sul fronte della fruizione dei crediti di imposta e di altri vantaggi fiscali per i prossimi anni.
In tale scenario, è molto probabile che una parte preponderante dell’impegno da parte del legislatore sarà indirizzata a favorire le attività di ricerca & sviluppo, innovazione, green e digitale, così come le attività di formazione dei dipendenti e degli imprenditori. Spunti fondamentali, per un’occasione che potrebbe impattare sul tessuto imprenditoriale nei prossimi anni, influenzandolo per almeno una generazione.
Le principali novità fiscali per il 2021
Per quanto concerne le principali novità fiscali per il 2021 introdotte dalla Transizione 4.0, riassumiamo:
- possibilità di poter beneficiare del credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali dietro versamento dell’acconto di almeno il 20% dell’importo;
- fruizione del credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali (ex Superammortamento) e in beni immateriali (non 4.0), realizzati da soggetti con ricavi inferiori a 5 milioni di euro, in un anno;
- compensazione immediata del credito sugli investimenti in beni strumentali, direttamente nell’anno in corso;
- aumento dal 6% al 10% del credito per beni strumentali materiali (ex Superammortamento) per il 2021, e dal 6% al 15% per investimenti effettuati nell’attuale anno per implementare il c.d. “lavoro agile”;
- per il programma Beni materiali 4.0, nuova aliquota del 50% (2021) e del 40% (2022) per le spese inferiore a 2,5 milioni di euro, e del 30% (2021) e 20% (2022) per le spese superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro. Per le spese superiori a 10 milioni di euro, aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022;
- per il programma Beni immateriali 4.0, incremento dell’aliquota dal 15% al 20%, con massimale da 700.000 euro a 1.000.000 euro.
Ricordiamo infine l’incremento delle aliquote e dei massimali per i progetti di ricerca e sviluppo (20% fino a 4 milioni di euro), innovazione tecnologia (10% fino a 2 milioni di euro), innovazione green e digitale (15% fino a 2 milioni di euro), design e ideazione estetica (10% fino a 2 milioni di euro).