Nel giro di due anni, i due anni che vanno dal 2011 al 2012, il settore industriale delle energie rinnovabili ha visto eclissarsi la sua buona stella. Quella stella che invece l’aveva incoronato tempi prima come uno dei business più promettenti e come il miglior investimento per l’interno paese.
> In crescita il settore delle energie rinnovabili
Nel giro di soli due anni, infatti, l’industria italiana delle rinnovabili ha perso il 50 per cento del suo fatturato e ha visto ridursi il numero dei suoi addetti. Più di 8 mila persone impiegate nel settore hanno perso il lavoro e sono decisamente aumentate le ore di cassa integrazione. La situazione degli ultimi nove mesi mostra ad esempio l’estensione della cassa integrazione a più di 4 mila dipendenti e il raddoppiamento del numero delle ore richieste rispetto allo stesso periodo del 2012.
> Nella Legge di Stabilità due emendamenti contro le energie rinnovabili
Sono questi infatti i dati registrati tra il 2011 e il 2012 dall’associazione di categoria Anie/Gifi.
Secondo gli esperti, inoltre, le principali cause di questa situazione sono da individuare in almeno tre importanti fattori che concorrono a genere una crisi del settore:
- la mancanza di un adeguato piano energetico nazionale
- la revisione del meccanismo di elargizione degli incentivi per le energie rinnovabili
- la fuga dei capitali e degli investimenti all’estero.
A questi fattori deve anche essere aggiunto il peso delle imposte, che nel settore delle energie rinnovabili hanno oggi un peso di 6 miliardi di euro nonostante la diminuzione progressiva degli investimenti.
Quello che sarebbe necessario, tuttavia, sarebbe un piano di detrazioni per le aziende che vogliono produrre l’energia in proprio.