Ognuno con il suo punto di vista cerca di capire in che direzione si muove l’economia italiana. L’ultima prospettiva in ordine cronologico è quella fornita dall’ABI che indica una crescita del PIL pari allo 0,7% per il 2015 con un rafforzamento a +1,6% per l’anno successivo. E l’Italia è assimilata all’Europa.
Il nostro Paese sta migliorando sotto il profilo economico e la sua crescita è assimilabile a quella media dell’area euro. Un’evidenza che non si verificava dall’inizio del nuovo millenio. A migliorare è la domanda interna e poi ci sono le banche la cui redditività resta ad un terzo di quella pre-crisi. Sono proprio gli istituti di credito a dire la loro sulla crescita del Paese.
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L’ABI nel suo Rapporto di previsione 2015-2017 conferma dunque i numeri del governo e annuncia la prossima uscita dell’Italia dal tunnel della recessione. Poi parla della convergenza dello Stivale sui binari dell’Eurozona e di una serie di condizioni favorevoli che nel caso in cui si vada avanti potrebbero portare il Paese ad uno sviluppo stabile dell’1,6% annuo.
Rispetto all’economia interna si legge:
I consumi dovrebbero beneficiare in particolare della risalita del reddito disponibile reale (+0,9 in media nel triennio di previsione contro una contrazione pari al -1,5% medio annuo dal 2008 al 2014) alimentata da una buon ripresa dell’occupazione e da un consolidamento della fiducia delle famiglie. Gli investimenti dovrebbero reagire positivamente alle prospettive di ripresa divenendone nel biennio finale della previsione il fattore trainante. Sul profilo di entrambe le componenti della domanda interna oltre ai fattori nazionali eserciterà effetti benefici la politica della Bce nonostante l’incertezza strutturale dovuta all’esistenza di una politica monetaria unica accanto a tante politiche fiscali quanti sono i paesi membri dell’Eurozona.