Molti investitori si trovano davanti alla considerazione dell’inversione di tendenza dell’oro che era stato dato in forte ascesa nel 2012 e per tutto il 2013 ma dall’inizio dell’anno è in fase discendente ed è molto difficile che prima della fine dell’anno si arrivi ai famosi 2000 dollari l’oncia.
Molte banche d’affari si sono affrettate a correggere le loro stime sul metallo prezioso ricalibrando le previsioni e annunciando il calo delle quotazioni auree. Perché accade? Perché in questo momento molti paesi, anche emergenti, hanno rinunciato all’acquisto di oro e stanno diversificando gli investimenti, dedicandosi a beni più stabili. L’oro, insomma, non è più il bene rifugio d’un tempo.
►Oro sotto i 1500 dollari l’oncia
Il declino delle quotazioni auree non solo è sempre più evidente ma è anche sempre più celere e così l’oro ha perso il 15 per cento del suo valore in appena 15 giorni portandosi a quota 1350 dollari l’oncia. Questo ulteriore ribasso può essere imputato alla vendita forzata delle riserve auree e al QE della Fed che non sta portando all’iperinflazione. In pratica, un motivo che spingeva gli investitori a comprare oro era la paura dell’iperinflazione ma questo scenario è molto lontano.
►Commerzbank sul ribasso dell’oro
L’oro, dunque, non solo non è considerato più un bene rifugio ma non è neanche visto come una barriera all’inflazione.