Il lusso è da sempre un mondo affascinante, soggetto a continui cambiamenti durante il tempo. Cambiamenti che cambiano totalmente l’economia.
Fino a ieri era lanciato a ritmi di crescita inarrestabili, proiettato verso un boom di vendite e di ricavi, anche in virtù dello shopping dei turisti.
Oggi, i conti non sono più così brillanti. Molti gruppi nei loro bilanci hanno lasciato intendere che il comparto del lusso perde colpi. Eppure, ci sono 330 milioni di consumatori di fascia alta. Un numero, questo, cresciuto del triplo durante l’ultimo decennio.
La banca d’affari Goldman Sachs ha diminuito le aspettative sui ricavi del settore a un modesto +1% nel biennio che va dal 2014 al 2016. I target di prezzo delle principali aziende di lusso sono stati tagliati in media del 3%.
Eppure i dati usciti da studi condotti da alcune società di consulenza sono più che incoraggianti. Malgrado un minuscolo rallentamento, il 2014 si chiuderà con un aumento del 5% a cambi costanti con vendite globali di scarpe, abiti, borse, orologi e prodotti di bellezza griffati per la bellezza di 223 miliardi di euro. Vanno inclusi in questo basket anche i jet privati, gli yacht, le auto, gli hotel, le crociere, il cibo-gourmet, le bevande alcoliche, il design, per arrivare a un valore complessivo di mercato pari a 865 miliardi per un +7% rispetto allo scorso anno.
Considerando la recessione in Europa, il saliscendi delle valute, il mix di tensioni geopolitico, si tratta di dati più che incoraggianti.
C’è di più: per il 2015 le previsioni sono positive per tutti i mercati e per tutti i prodotti. È contemplata una crescita pari al 5%. Sarà così?