Non è uno dei settori maggiormente in salute degli ultimi tempi. Attraversa difficoltà contingenti, dovute alla forte crisi degli ultimi anni che ha ridotto i consumi. Tuttavia, il lusso rimane uno dei settori di punta a livello economico; e vanta un ruolo di tutto rispetto nel nostro Paese.
Basti pensare che un terzo delle maggiori aziende del lusso mondiali è italiano. E’ quanto emerge dalla classifica redatta dagli esperti di Deloitte, che hanno passato al setaccio le 100 più grandi società internazionali a livello di fatturato. Sul gradino più alto del podio staziona il colosso francese Lvmh con un fatturato da 22 miliardi di dollari, mentre la prima italiana, Luxottica con 9,7 miliardi, si colloca al quinto posto. Le 100 griffe più importanti del lusso l’anno scorso hanno generato ricavi complessivi per 214 miliardi di dollari nonostante l’impatto negativo delle forti fluttuazioni delle valute.
Nelle prime dieci posizioni, stazionano tre gruppi del lusso francesi (Kering e L’Oreal oltre a Lvmh) e tre americani (Estee Lauder, Ralph Lauren e Pvh). Le top 10 realizzano circa il 50% del fatturato delle 100 imprese più grandi. Tra le aziende italiane, le principali, dopo la Luxottica della famiglia Del Vecchio, sono Prada con 4,77 miliardi e Giorgio Armani che sfiora i 3 miliardi.
“Nella classifica delle top 100 l’Italia è il paese da cui viene il maggior numero di società – rileva Patrizia Arienti di Deloitte – è evidente che il lusso è un mercato fortemente radicato in Italia, il cui valore è riconosciuto da tutto il mondo ma, allo stesso tempo, anche particolarmente frammentato”. Il fatturato dei 29 gruppi italiani rappresenta infatti il 16,5% del fatturato delle top 100.