Sergio Marchionne trae giovamento dal business Ferrari. A pochi giorni dalla notizia dello spin-off della casa automobilistica di Maranello dall’asset Fiat, il manager del Lingotto riesce in un’operazione di tutto rispetto dal punto di vista finanziario.
Dopo aver esercitato le sue stock option Fca e Cnhi in Borsa in data 30 ottobre, ha guadagnato 90 milioni di euro a seguito del balzo del 13% del titolo sul listino.
La prima parte di questa quota, pari a 10,7 milioni in contanti, è arrivata acquistando e cedendo in 24 ore i titoli legati al piano di incentivazione in scadenza il 3 novembre prossimo. La stessa operazione, se conclusa il 28 ottobre prima del balzo legato allo scorporo della Ferrari, gli avrebbe assicurato solo (si fa per dire) 3,7 milioni. Il manager del Lingotto però non si è fermato qui: ha esercitato le opzioni legate ad un altro piano di incentivazione che offrivano lui il diritto di acquistare 10,6 milioni di azioni Fca e altrettante Cnhi (al prezzo complessivo di 6,58 euro per un’azione di entrambi le aziende) e ne ha cedute lo stretto necessario per coprire il prezzo d’acquisto e le tasse da pagare.
Successivamente a questa ‘mano’, senza aver messo un euro di tasca propria, si è messo nel portafoglio 5,2 milioni di azioni della casa automobilistica e 5,7 della Cnhi per un valore totale di circa 80 milioni di euro.
Questo il commento degli ‘addetti ai lavori’:
Marchionne ha già messo assieme nel 2013 uno stipendio di 5,7 milioni di euro, qualcosa come quindicimila euro al giorno. In dieci anni al timone della società ha incassato buste paga per 55 milioni circa. L’ex numero di Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, ha ricevuto una buonuscita di “soli” 27 milioni di euro.