Il taglio del cuneo fiscale “è dovuto da molto tempo anche per incoraggiare il sistema economico”, mentre il Jobs Act annunciato dal premier Matteo Renzi “non ci influenzerà” perché “abbiamo un accordo con i sindacati che ci permette di portare avanti le nostre scelte”.
Lo ha dichiarato Marchionne, al salone dell’auto di Ginevra. Secondo l’ad del Lingotto il taglio della pressione sulle buste paga è importante al fine che il sistema economico possa “andare avanti”. Sul Jobs Act, Marchionne ha aggiunto di “non voler minimizzare ciò che sta facendo il presidente del Consiglio, ma ne capisco la necessità”.
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In merito al cambio di governo, “non voglio dire niente se era necessario o no, siamo sempre stati filo-governativi. Cercheremo di appoggiare qualunque esecutivo, il Paese ha bisogno di credibilità internazionale, faremo di tutto per sostenerlo”, ha aggiunto. “La stabilità politica per noi è fondamentale e la auspichiamo”, ha detto il presidente John Elkann. Sull’andamento economico generale, Marchionne è stato prudente: “La crisi è ancora qui. Non sta peggiorando; questo è qualcosa, ma è ancora qui”, ha riepilogato.
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Marchionne ha in ogni caso attenuato gli entusiasmi dopo il +8,6% del mercato di febbraio, spiegando che la ripresa in Italia “certamente non sarà nel 2014” e “non ho la minima idea se avverrà nel 2015 o nel 2016”. Sulla strategia del gruppo, Marchionne si è limitato a “non confermare” l’ emissione di un convertendo, ed ha escluso un aumento di capitale a servizio della fusione con Chrysler “perché significa una distruzione di valore al livello di Fiat”.