È stato un ottimo 2014 per i fondi comuni. Raccolta e patrimonio hanno fatto registrare dei grandi record. Secondo i gestori ci sono degli spazi di crescita, dei margini da sfruttare durante il prossimo anno.
Questi margini provengono principalmente da un contesto di mercato che penalizza le alternative di investimento: titoli di Stato, depositi e bond delle banche.
Se si osserva la percentuale delle attività detenute in fondi dalle famiglie italiane e la si confronta con le medie degli altri Paesi, il margine di crescita c’è ed è anche molto ampio.
Sui bond governativi, la curva dei rendimenti è schiacciata verso lo zero e, quindi, di fatto è inevitabile che il risparmiatore esca dalla sua zona di comfort e vada ad acquistare altre attività che non siano più quelle percepite come prive di rischio.
Vi è un processo di trasferimento delle masse dal risparmio amministrativo al risparmio gestito, che deve essere ancora completato. Per continuare a crescere, tuttavia, l’industria dei fondi ha bisogno che cresca il Paese. Ruota attorno a questo elemento così importante il margine di crescita degli asset management.
Probabilmente, come accennato, si assisterà tuttavia ad un’ulteriore evoluzione dei fondi. Con i rendimenti di mercato così compressi per il gestore, è necessario diversificare ulteriormente e puntare su investimenti non tradizionali. È probabile, dunque, che si vada sempre più nella direzione di portafogli ‘absolute return’.
L’investitore, senza dubbio, ha bisogno di alcune linee guida anche per affrontare la volatilità sui mercati. Sarà infatti fondamentale muoversi con i tempi giusti sui mercati e all’interno d un fondo ogni gestore può stabilire cosa e quando comprare.
Gli strumenti finanziari, nel contempo, diventano sempre più complicati ed è necessario metterli in mano ad operatori qualificati.